La società Beta aveva una forte esposizione debitoria (5M€); ma per peggiorare le cose tale esposizione era garantita dai soci con i propri beni personali.
L’imprenditore, quando aveva disponibilità, versava alla banca delle somme a parziale riduzione del debito ma questo non diminuiva anche perché gli interessi di mora pesavano in modo aggressivo.
L’azienda veniva quindi progressivamente dissanguata e a seguire se ne sarebbe andata anche l’abitazione dei soci.
Per non farsi mancare nulla l’imprenditore aveva evitato di pagare il fisco al fine di rispondere alle pesanti pretese della banca.
L’esperienza insegna che (anche) in questi casi serve un drastico stop alle pretese creditorie in modo da affrontare con i creditori (tutti) il tema del risanamento all’unisono tenendo conto delle particolarità di ciascuna posizione. E’ possibile che i creditori vogliano approfittare della situazione di debolezza dell’imprenditore (gli sciacalli non vivono solo nella savana). L’imprenditore da solo non è in grado di affrontare situazioni di questo tipo sia per carenza di competenze specifiche (se fa l’imprenditore non fa il professionista) sia per i risvolti psicologici che nascono dall’indebitamento.
In sostanza portare tutti i player al tavolo per una soluzione che sia complessiva e duratura evitando quindi i rivoli che danno momentaneo sollievo ma non risolvono nulla.